Psicoterapia
Esistono varie scuole di specializzazione in psicoterapia, ciascuna con un determinato approccio. Il mio modello di riferimento è quello “sistemico (dal greco syn–stenai: mettere insieme) relazionale”, definito anche, più semplicemente, di terapia familiare.
Capire le cose in maniera sistemica significa porle insieme in un contesto, stabilire la natura delle loro relazioni. Applicando il concetto alla psicologia, alla terapia familiare, ne deriva che l’individuo non è più considerato solo nelle sue dinamiche personali, ma viene inserito nel contesto di un sistema più grande, che lo condiziona e che l’individuo condiziona a sua volta: dal sistema famiglia all’intero sistema socioculturale di appartenenza.
L’essere umano è quindi parte di una trama complessa di relazioni
Fare terapia familiare non implica necessariamente la presenza fisica di tutta la famiglia in terapia. L’approccio sistemico può essere utilizzato anche in una psicoterapia individuale o in una psicoterapia di coppia in cui i soggetti sono contestualizzati all’interno delle proprie “storie”.
COORDINATE DI RIFERIMENTO: STRUTTURA DELLA FAMIGLIA/CICLO VITALE
Lo studio della struttura della famiglia in un’ottica almeno trigenerazionale (nonni, coppia genitoriale, figli), permette di allargare l’orizzonte. Nello studio della struttura della famiglia si evidenzia il ruolo di ciascun componente nella stessa e le sue appartenenze generazionali.
Ogni problematica espressa dal paziente in sede di terapia viene considerata come disagio relazionale dell’intera famiglia in una determinata fase del ciclo vitale della stessa.
Le famiglie, infatti, nel corso degli anni, affrontano un naturale percorso evolutivo così come lo affrontano i singoli individui. Nello studio del ciclo vitale vediamo quindi la struttura alle prese con il suo naturale processo evolutivo.
Ogni passaggio di fase porta con sé un’evoluzione, ma non si evolve senza una “crisi” (dal verbo greco “krino”, separo) ovvero un naturale stato di sospensione, che separa un vecchio ordine da un nuovo ordine. Crisi quindi intesa in senso etimologico, senza il significato negativo che ha assunto la parola nella nostra società. Nel caso in cui una famiglia non riuscisse a superare efficacemente uno stadio del ciclo vitale, si creerebbero situazioni di sofferenza che in genere sfociano in sintomi portati da un solo individuo, che si fa carico della sofferenza di tutto il nucleo familiare. In quest’ottica il sintomo del singolo non è il problema bensì la “porta d’ingresso” alle difficoltà per cui una famiglia si è bloccata in un punto del suo percorso evolutivo.
Restando nel pensiero sistemico, corpo e mente fanno parte del sistema “uomo” e si influenzano a vicenda. La salute di un “uomo” parte dal benessere di corpo e mente ma mentre è comunemente accettato il fatto che ci sia un professionista (il medico) a prendersi cura del benessere fisico, risulta purtroppo meno condiviso ed accettato il fatto che ci possa essere una figura che si prenda cura del benessere psichico (senza considerare che può capitare che il corpo manifesti un sintomo espressione di un disagio a livello mentale, e viceversa). L’eventuale richiesta d’aiuto ad un terapeuta significa permettere a questa figura professionale di entrare in campo con le sue competenze e di “giocare” nel suo ruolo con la squadra-famiglia, per un determinato periodo di tempo. Viene così a crearsi un sistema in cui il terapeuta non fa terapia della famiglia, ma fa terapia con la famiglia, sostenendola nel periodo di difficoltà, ricercando insieme la via d’uscita più adeguata verso un nuovo, più funzionale, equilibrio.